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Poetesse

Antal

Antal visse a Villiputtur nel Sud dell’India alla metà del IX secolo; è l’unica donna dei 12 alvar (tamil: ‘immersi [nel Divino]’), poeti e santi della tradizione Vaishnava. La sua nascita è incerta ma dai primi anni di vita fu allevata da un altro alvar, Periyalvar Visnucitta, e ricevette un’educazione nella letteratura tamil e sanscrita. Si racconta che, quando espresse il desiderio di sposare il Signore, suo padre organizzò per lei una processione matrimoniale in tutti i principali templi di Vishnu, e le agiografie riportano che scomparve immersa nel corpo della statua di Vishnu a cui aveva scelto di unirsi.

Beatrice di Nazareth

Beatrice, nacque vicino a Bruxelles nel XIII secolo e visse prima in una comunità di beghine, poi in vari monasteri cistercensi del Nord Europa fino a diventare priora del monastero di Nostra Signora di Nazareth, vicino Anversa. Tenne un diario in cui descrisse la sua esperienza mistica nei termini di una relazione personale d’amore con Dio.

Mirabai

Nata in Rajasthan da una famiglia di nobili Rajput, fu sposata all’erede al trono di Mewar, che morì però senza eredi prima di raggiungere il trono. In seguito alle vicissitudini militari dei Rajput e dei musulmani, il trono di Mewar cadde nelle mani di un altro ramo della famiglia, ostile a Mirabai e al suo misticismo. Lasciò quindi la corte a 30 anni e viaggiò come mendicante errante, cantando i suoi inni d’amore.

Matilde di Magdeburgo

Vissuta nel Germania del Nord del XIII secolo come beghina, scrisse canti d’amore e di esperienze spirituali, nonostante gli aspri criticismi e persecuzioni cui erano sottoposte le donne che al tempo osavano interessarsi di questioni spirituali.

Rabia al-adawiyya

Rabi'a al-adawiyya visse a Basra, in Iraq, nella seconda parte dell’VIII secolo. Alla morte dei suoi genitori fu venduta come schiava ma in seguito liberata, non si sposò mai e visse da asceta incontrando le maggiori figure religiose del suo tempo. Nonostante sia sempre rimasta legata all’ortodossia musulmana, Rabi'a rappresenta una di quelle che figure che si sono allontanate da un’enfasi sul rituale per concentrarsi completamente su Allah e sulla ricerca dell’amore per lui.

Margherita Porete

Visse a cavallo tra il XIII e il XIV secolo in Belgio. Il suo libro, Specchio delle anime semplici, fu condannato dal vescovo di Cambrai e bruciato pubblicamente e nel 1310 21 teologi giudicarono alcuni passaggi del suo libro come eretici. Rifiutatasi di comparire davanti alla corte per giurare di dire la verità, Margherita fu condannata come eretica e bruciata al rogo.

Angela da Foligno

Donna sposata con figli, in breve tempo visse una profonda conversione. In un pellegrinaggio comunitario, uscì dalla Chiesa di San Francesco in Assisi con parole che inneggiavano all’Amore; da lì cominciarono per sei anni i suoi dialoghi con un frate minore che riportò le sue esperienze mistiche in un diario, nato inizialmente come inchiesta sulla sanità mentale di Angela. Morì nel 1309.

Lalla Ded

Lalleshwari, chiamata anche Lalla o Lal Ded, nasce nel 1355 da una famiglia bramina nella regione del Kashmir, in un periodo in cui nella regione convivevano gli insegnamenti di devoti di Shiva e devoti di Vishnu, sufi islamici e tantrismo buddista. Lalla abbandona un matrimonio infelice per scegliere la vita della yogini errante, cantando i suoi vakhs (poemi) nel perseguimento dell’amore per Shiva.

Hadewijch d’Anversa

Forse una beghina, visse in una comunità religiosa in Olanda nel XIII secolo. Fu in seguito criticata per il suo comportamento e dovette abbandonare la comunità. Per il desiderio di mantenere contatto con le donne di cui si era presa cura, scrisse della sua disciplina e della sua esperienza di amore divino.

Zelda

Poetessa israeliana del XX secolo, figlia e nipote di grandi rabbini. Visse la maggior parte della sua vita a Gerusalemme, nella rigorosa ortodossia hassidica. Descrive la sua esperienza mistica in un linguaggio insieme sensuale e spirituale.

Karaikkal Ammaiyar

Vissuta nel VI secolo in Tamil Nadu, grande devota di Shiva, è l’unica donna dei sessantatre nayanmar, santi poeti della tradizione shivaita. La tradizione racconta che era una donna bellissima e che scomparve dalla terra dopo aver chiesto a Shiva di liberarla dal fardello del corpo per poterlo vedere danzare in eterno. Al suo posto fu trovata una statua di legno, di cui esemplari si trovano ancora oggi nei templi shivati del Sud dell’India